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Stralci dell’opera

Dal saggio di Giancarlo Benevolo “I del Perugino di Bologna: la famiglia dell’avvocato Francesco e il libro d’ore”
“Illustrare le vicende di una delle casate più note della storia bolognese come quella dei del Perugino tra il Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, significa non potere rinunciare da un lato a descrivere i comportamenti ambigui e tipici degli esponenti delle famiglie magnatizie e dall’altro a delineare le tormentate fasi istituzionali della città. D’altronde anche i del Perugino, e ovviamente quelli più coivolti nelle contrapposizioni, agirono con astuzia e spietatezza nelle logiche di una società fortemente lacerata e conflittuale.”

Dal saggio di Massimo Medica “La miniatura a Bologna al tempo di Giovanni II Bentivoglio”
“L’estrema sontuosità che caratterizza l’apparato ornamentale del famoso Libro d’Ore di Bonaparte del Perugino può forse apparire ai nostri occhi in qualche modo spropositata al ruolo che questa famiglia dovette ricoprire nel contesto della vita politica e artistica della città, che pur li vide, almeno per il ramo che ci interessa, tra i più strenui sostenitori del fronte bentivolesco. Infatti il prezioso codice si presenta come una delle più alte creazioni rinascimentali compiute a Bologna nell’ambito della decorazione libraria, come del resto conferma il coinvolgimento per la sua decorazione di alcuni dei più celebrati artisti del momento, due dei quali, l’Aspertini e il Perugino, addiritture impegnati a sottoscrivere a chiare lettere la loro opera.”

Dal saggio di Peter Kidd “La storia del MS Yates Thompson 29”
“Le armi della famiglia del Perugino compaiono due volte nel manoscritto (ff. 16r, 74v), ma ci sono diversi indizi che vanno ordinati e verificati per arrivare a stabilire se i del Perugino furono i primi proprietari nel manoscritto, e in questo caso, a quale membro della famiglia si riferiscono. L’inizio di una preghiera – ‘Omnipotens sempiterne Deus miserere famulo tuo papa nostro A…’ (f. 124v) – suggerisce che il libro sia stato scritto durante il pontificato di Alessandro VI (1492-1503). La presenza del nome di san Petronio, patrono di Bologna, in oro nel calendario alla data del 4 ottobre (f. 10r), indica che il libro fu realizzato in questa città, e ciò è confermato dal fatto che lo scriba, Pierantonio Sallando, è documentato all’università di Bologna quale insegnante di grammatica nel 1489 e come lector ad artem scribendi nel 1508. L’analisi stilistica, unita a quanto si conosce delle biografie dello scriba e degli artisti che contribuirono al volume, indica poi che esso fu verosimilmente scritto e decorato intorno all’anno 1500. Di conseguenza, il primo proprietario del codice fu presumibilmente un membro della famiglia del Perugino che visse a Bologna ed era in età adulta intorno al 1500.”

La pagina del Perugino
La pagina del Perugino

L'artista più illustre impegnato nella decorazione del libro d'Ore del Perugino è senza dubbio il Perugino.

la legatura
La legatura

La legatura del libro d'Ore del Perugino è un lavoro coevo di estrema complessità.

La vicenda del codice
Le vicende del codice

Dopo essere appartenuto agli inizi del XVI secolo alla famiglia bolognese del Perugino.